“Si procede a vista, per ipotesi, con una conflittualità che danneggia qualsiasi progettualità. Si sta generando un dibattito estremamente confuso e fortemente divisivo che non può portare a qualcosa di buono”. Giovanni Malagò, presidente del Coni, in un’intervista al “Corriere dello Sport” affronta la questione della ripresa della serie A e del calcio in generale e non risparmia delle critiche. “Io avrei chiuso dentro una stanza la Federcalcio, la Lega di A, l’Assocalciatori, gli allenatori, le televisioni e gli organismi internazionali, Fifa e Uefa, e non li avrei fatti uscire finché non avessero prodotto un documento condiviso. La stessa cosa per B e Lega Pro. Gravina lo sento tutti i giorni, ho letto con particolare attenzione la sua intervista a Repubblica, comprendo le difficoltà del momento e capisco che voglia portare a termine la stagione. Parla di luglio, agosto, settembre, ottobre, addirittura della prossima Serie A articolata in due gironi con i playoff e i playout. Quello che manca è un piano preciso, chiaro, praticabile e convincente. Si parla solo di tagli degli stipendi dei calciatori, ovvero si è partiti dalla fine o quasi, di accordi in alto mare, e adesso di un protocollo medico che dovrà passare al vaglio dell’ISS”. Per Malagò la priorità, una volta che ci saranno le condizioni, è la ripresa dell’attività sportiva, degli allenamenti. “Spero che il Governo la autorizzi il prima possibile. È necessario rimettere in moto la macchina atleta che non può restare ferma per troppo tempo a prescindere dalla data dell’impegno agonistico. Diverso è il discorso che riguarda lo svolgimento delle partite, e qui siamo alla seconda fase. Mi sembra di essere stato sufficientemente chiaro quando ho elencato i punti di confusione che hanno caratterizzato il mese di marzo e questi primi giorni di aprile. Ci sono in ballo troppi interessi divergenti, chi ha paura di perdere la categoria, chi di rimetterci una montagna di denaro. Siamo gente di mondo, è comprensibile, umano”. Nei giorni scorsi la Pellegrini si è lamentata della troppa attenzione che viene data al calcio a scapito degli altri sport. “Posso garantire che la Pellegrini e tutti gli altri atleti che sento ogni giorno sono molto risentiti con chi parla esclusivamente dei problemi del calcio trascurando quelli di sportivi che hanno esigenze e urgenze identiche, se non addirittura superiori. Gente come Federica si mantiene senza l’aiuto del calcio. Lo sport non può essere e non è soltanto il calcio di Serie A”.
(ITALPRESS).
Malagò “La ripresa del calcio? Manca un piano chiaro”
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