In questa Quaresima così “particolare”, Athletica Vaticana continua a proporre un “allenamento spirituale” suggerito dal ritmo essenziale della preghiera. Dopo la prima riflessione proposta da Mons. Melchor Sanchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, la seconda di Don Giovanni Buontempo, la terza di
monsignor Andrea Palmieri, la quarta della suora domenicaca Marie Manaud, la quinta monsignor Daniel Tumiel, officiale della Segreteria di Stato e appassionato maratoneta, il “coach” per la sesta domenica, che coincide con le Palme, è Don Wim Collin, sacerdote salesiano, che insegna all’Istituto di spiritualità della Pontificia Università Salesiana a Roma. “Il vangelo della domenica delle Palme, che si legge normalmente nel momento della benedizione delle palme, ci invita a chiudere gli occhi e ad immaginarci la storia dell’entrata di Gesù in Gerusalemme” inizia il sacerdote fiammingo nella sua riflessione. “Disse a due discepoli: ‘Andate in città e prendete quell’asina che troverete lì, quella che è legata insieme con il suo puledro’. Quando tornano entrano nella città e davanti alle porte di Gerusalemme c’è una folla che stende i propri mantelli sulla strada, taglia rami dagli alberi per dargli il benvenuto. La folla canta e grida: «Osanna, figlio di Davide! Osanna, il Signore! Osanna, benedetto colui che viene!» Accolto Gesù come il re, il liberatore, il profeta, la gente è piena di gioia, di speranza. Il contrasto con la «Passione» che si legge un pò più avanti nella Messa, non può essere più grande. Gesù, condannato a morte, esce dalla stessa città, torturato, inciampando verso il luogo dove darà l’ultimo respiro” spiega Don Collin.
Il sacerdote runner, a questo punto, si sofferma sull’importanza del ruolo dell’asino, citando un intervento nel 1622 del vescovo di Ginevra, Francesco di Sales. “Per qual motivo – chiede ai suoi ascoltatori – Gesù ha scelto quest’animale? Avrebbe potuto scegliere un animale più degno, un altro modo per fare il suo ingresso solenne… ma non lo ha fatto. Il motivo non è stato perché l’animale agli occhi degli uomini è pesante e pigro. Il santo savoiardo ci spiega tre motivi che coincidono con tre caratteristiche dell’animale scelto. Anche per noi oggi, quasi 400 anni dopo, hanno ancora un significato. Il primo motivo è l’umiltà dell’animale. Il secondo motivo il per quale Gesù sceglie l’asino, è perché questo animale è paziente. L’ultimo motivo per cui Gesù scelse l’asino è l’obbedienza.
Gesù, scegliendo l’asino ci indica che non è venuto per fare ciò che vuole lui, ma fa semplicemente ciò per cui Dio l’ha mandato in questo mondo” prosegue Don Collin.
“L’umiltà, la pazienza e l’obbedienza alla volontà di Dio, sono tutti atteggiamenti che possiamo imparare dall’asino, atteggiamenti che ci aiutano nella vita quotidiana e nella vita spirituale. C’è però una quarta caratteristica della quale Francesco di Sales non parla. Dicono che l’asino è anche testardo. Secondo me, conviene rendere questa parola ‘testardo’ in modo positivo: l’asino è perseverante, ed è veramente così. L’asino crede anche quando sembra che non ci sia più speranza. È proprio in questo che dobbiamo imparare ad imitare l’asino, soprattutto oggi. Carissimi amici della corsa. Il nostro cammino quaresimale, all’improvviso, è stato cambiato in una quarantena quaresimale. Il tempo che stiamo vivendo, le notizie che ci raggiungono, non soltanto dall’Italia, ma da tutte le parti del mondo, sembrano di sottolineare quella frase, la più triste e oscura della Passione, che oggi leggiamo: ‘A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra…’. Non lasciamoci ingannare, questo non è il messaggio che il nostro Dio ci vuole dare” conclude il sacerdote maratoneta.
“Ricordiamoci che il Deuteronomio ci dice ‘Egli stesso camminerà davanti a te, non ti lascerà e non ti abbandonerà’… Per più di 365 volte troviamo un messaggio simile nella Sacra Scrittura, per ogni giorno dell’anno, allora, veramente, non abbiamo niente da temere. È questa la vera perseveranza, come quella dell’asino: sperare contro ogni disperazione. È questa la vera speranza della Settimana Santa che sta per cominciare”.
(ITALPRESS).