Come assumere un lavoratore domestico: le pratiche necessarie all’assunzione di un lavoratore domestico, quali sono le norme contrattuali ai fini dei contributi.
Negli ultimi anni, il ruolo del lavoratore domestico ha subito diversi interventi dal punto di vista legislativo. Oggi la legge è piuttosto severa nei confronti di coloro che assumono colf, badanti senza un inquadramento contrattuale. Vediamo nel dettaglio come assumere un lavoratore domestico seguendo le nostre indicazioni.
Come assumere un lavoratore domestico, procedura INPS
Chi intende assumere un lavoratore domestico nella propria abitazione, dovrà valutare diversi aspetti fondamentali; esistono delle norme giuridiche ben chiare che regolamentano questa figura e la sua assunzione. Il primo passo consiste nell’acquisire tutta la documentazione per avviare la pratica di assunzione rispettando le normative nuove redatte nel contratto collettivo nuovo del lavoro domestico
Come assumere un lavoratore domestico, il contratto
Dopo aver acquisito i documenti necessari per l’assunzione di un lavoratore domestico, si concordano le condizioni per stipulare in forma scritta il contratto di lavoro che vede coinvolte le due parti: datore di lavoro e dipendente. Tale contratto deve contemplare generalità sia del datore di lavoro che del lavoratore domestico, la data di assunzione, il tempo con le ore di lavoro ed eventuale data di cessazione se si tratta di un contratto a termine. Qualora il lavoratore domestico fosse assunto come convivente, bisognerà indicare le condizioni di vitto e alloggio all’interno del contratto di collaborazione.
Se si intende procedere con un periodo di prova, dovrà essere menzionata la durata. Inoltre devono essere indicati gli orari lavorativi, il giorno libero, il periodo di ferie. Il contratto dovrà essere letto da entrambe le parti prima di sottoscriverlo attraverso la firma. Nel periodo delle ventiquattro ore successive dal momento in cui avverrà la firma del contratto, dovrà essere comunicata l’avvenuta assunzione all’INPS, via fax o, in alternativa, per via telematica.
In caso di assunzione di una domestica di nazionalità extraeuropea, occorre avere il permesso di soggiorno non scaduto, cioè in regola, altrimenti si rischia di incorrere in sanzioni molto pesanti.
Come assumere un lavoratore domestico, la retribuzione
La retribuzione del lavoratore domestico, va fatta in base al livello di assunzione di quest’ultimo. Per stabilire quale sia la cifra giusta, è sufficiente consultare le tabelle fornite dal CCNL. Va calcolata anche la durata delle ferie che varia in base a parametri come: l’anzianità di servizio, la modalità di assunzione ovvero se il lavoratore domestico è inquadrato a tempo pieno o solamente part time.
Come assumere un lavoratore domestico, i contributi
I contributi previdenziali che il datore di lavoro dovrà versare al lavoratore domestico arrivano direttamente al suo domicilio sotto forma di bollettini, con decorrenza trimestrale e in duplice copia. Una volta fatto il pagamento, una copia del bollettino va al lavoratore, mentre l’altra al datore di lavoro. Per calcolare i contributi, la tredicesima e le ferie, l’INPS offre ai datori di lavoro un software di simulazione per il calcolo dell’importo esatto da versare.
Retribuzione e agevolazioni fiscali
Se i contributi sono versati regolarmente, il datore di lavoro ha la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali. I contributi obbligatori possono essere dedotti dal proprio reddito per un importo massimo di 1.549,36 euro l’anno. L’importo massimo deducibile è fisso e non varia in base ai redditi dichiarati.
Sanzioni per il lavoro nero
Sono previste pesanti sanzioni per chi assume un lavoratore domestico senza rispettare le norme contrattuale previste nel contratto collettivo nuovo del lavoro domestico.
- In caso di mancata iscrizione del lavoratore domestico all’INPS il datore di lavoro rischia una sanzione che va da 1.500 euro a 12.000, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo
- In caso di mancato pagamento dei contributi, il datore di lavoro dovrà pagare le sanzioni civili al tasso del 30% in base annua calcolate sull’importo dei contributi evasi con un massimo del 60% e un minimo di 3.000 euro, a prescindere dalla durata della prestazione lavorativa accertata.
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