Dirsi addio e non rimpiangersi. Il matrimonio fra Carlo Ancelotti e il Napoli è durato un anno e mezzo, poi a dicembre il divorzio col tecnico di Reggiolo che pochi giorni dopo ha accettato l’offerta dell’Everton. Un’esperienza che sta andando a gonfie vele visto che i Toffees, sotto la sua guida, hanno risalito la classifica tornando a sognare l’Europa, un po’ quello che è successo anche al Napoli con Gattuso al timone. “All’Everton sta andando bene ma non avevo bisogno di essere rigenerato – racconta Ancelotti ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su Radio1 – Ero stato bene anche a Napoli, è stata una bellissima esperienza dal punto di vista lavorativo e non solo perchè è una città straordinaria che vale la pena di vivere. Ma si è giudicati dai risultati che non erano stati all’altezza del valore della squadra”. E separarsi “è stata una scelta giusta sia da parte della società che da parte mia, vado meglio io e va meglio il Napoli. Sono contento che il Napoli si sia ripreso e stia andando bene, per il resto è inutile tornare indietro”. Protagonista in una Premier League dove la corsa al titolo non è praticamente mai iniziata, Ancelotti guarda con curiosità a quello che sta invece accadendo in Italia. “L’Inter ha investito molto, la Lazio ha trovato solidità e continuità e la Juve ha lasciato qualche punto in più rispetto al passato, soprattutto per il cambio di allenatore. E’ un bene che ci sia competitività davanti, la serie A è più emozionante della Premier dove il Liverpool ha vinto tutte le partite tranne una”, l’analisi di Ancelotti, che nel 2000 contese – allora sulla panchina della Juve – lo scudetto ai biancocelesti, poi vittoriosi. “La Lazio forse oggi ha qualcosa in meno qualitativamente rispetto a quella, che aveva giocatori di grandissimo livello, ma ha certezze e consapevolezza, è una squadra molto fastidiosa, solida. Sanno quello che fanno, Immobile è in stato di grazia: tutto è possibile per la Lazio di quest’anno”. Convinto che presto l’Inter scoprirà il miglior Eriksen, l’attuale tecnico dell’Everton non ritiene che la ‘freddezza’ dei tifosi bianconeri nei confronti di Sarri possa condizionare la corsa della Juve. “E’ un piccolo dettaglio nella vita di un allenatore essere più o meno amati. Sarri sta facendo il suo lavoro, Klopp dice che la Juve è la favorita per la Champions ma penso che sarà una Champions molto più equilibrata rispetto al passato ed è difficile identificare una favorita. Ma Sarri il suo lavoro lo sta facendo, di più è difficile chiedergli”. E poi la Juve ha sempre Ronaldo: “E’ un fenomeno, fa gol tutte le partite. Per una società, per un allenatore è un giocatore fondamentale, ha una capacità unica, irripetibile di fare gol tutte le partite. Lo dissi anni fa, quando inizi una partita con Ronaldo, parti da 1-0”. Infine, sulla proposta di introdurre anche il challenge per la Var nel calcio, Ancelotti storce il naso. “Bisogna stare attenti al suo utilizzo. Potrebbe essere la soluzione ma c’è bisogno tempo per una decisione appropriata. Non sono convintissimo. La tecnologia ha risolto tanti problemi e qualcuno lo sta creando ancora, rimane questo dubbio su chi decide e chi non decide. In Inghilterra ormai decide il Var e per me è sbagliato. Se introducessero il challenge, l’allenatore dovrebbe avere un ulteriore assistente per controllare queste situazioni, si potrebbe dare lavoro a ex arbitri ma così diventa ancora più complicato”.
(ITALPRESS).
Ancelotti e il Napoli: “Separarsi è stata la scelta giusta”
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