Il codice ATECO è un Codice univoco che individua le attività economiche che un’impresa è in grado di svolgere.
Ebbene, può capitare che, nel corso del proprio sviluppo, l’impresa abbia la necessità di modificare il proprio oggetto sociale e le proprie attività caratteristiche. E che, di conseguenza, abbia la necessità di sapere come cambiare il codice ATECO.
Come si fa?
Cambiare il codice ATECO usando i moduli AA9/11 – AA7/10
Ricordiamo innanzitutto come il codice ATECO sia un codice molto rilevante a livello fiscale, considerato che – per esempio – è il parametro di riferimento per gli studi di settore. Pertanto, una sua eventuale variazione, deve essere comunicata proprio all’Agenzia delle Entrate, in modo tale che si possa “regolarizzare” la propria posizione nei confronti del Fisco.
Chiarito ciò, la dichiarazione di variazione può essere effettuata usando i moduli AA9/11 e AA7/10. La dichiarazione dovrà essere presentata entro i 30 giorni successivi alla variazione effettiva della stessa attività, proprio per poter evitare l’applicazione delle sanzioni.
Evitare le sanzioni quando si cambia attività ATECO
Presentare i moduli necessari per poter certificare il cambio di attività ATECO costituisce una procedura molto importante perché permette di regolarizzare la propria posizione fiscale ed evitare le sanzioni che sono previste.
Se comunque non è stato presentato il modello, ma l’attività è comunque variata, si potrà evitare di incorrere in una sanzione presentando la dichiarazione della variazione di attività economica, che sia intervenuta nel periodo di imposta appena trascorso. Bisognerà dunque indicare nel modello UNICO il codice ATECO corretto, ricordandosi – evidentemente – di presentare l’UNICO entro i termini, ovvero entro il 30 settembre di ogni anno, in riferimento all’esercizio precedente.
Ricordiamo in tal proposito che l’omessa dichiarazione di variazione dell’attività economica non potrà essere oggetto di sanzione nell’ipotesi in cui il codice ATECO corretto (anche se non dichiarato all’Agenzia delle Entrate mediante i moduli sopra rammentati) viene comunque almeno inserito all’interno del Modello di dichiarazione dei redditi UNICO.
Come sancito dal d. lgs. 472/1997, art. 6, c. 5 – bis, infatti, in questo caso entra in gioco una causa di non punibilità, sulla base della quale viene stabilito che le violazioni che non determinano alcun pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo, e dunque non incidono sulla determinazione della base imponibile, non debbano essere sanzionate.
Cos’è il codice ATECO
Il codice ATECO è una combinazione alfanumerica che identifica una attività economica.
Le lettere del codice ATECO indicano il macrosettore economico, mentre i numeri (fino a sei cifre) rappresentano le articolazioni e le sottocategorie dei settori economici stessi.
Ricordiamo anche che dal 1 gennaio 2008 è entrata in vigore la nuova classificazione ATECO 2007, che sostituisce la precedente classificazione.
Cogliamo con l’occasione la necessità di precisare come il codice ATECO sia necessaria per l’apertura di una nuova attività. Nell’ipotesi di apertura di partita IVA, infatti, occorrerà comunicare all’Agenzia delle Entrate la tipologia dell’attività che si intende svolgere, proprio sulla base della classificazione ATECO 2007.
In tal modo, si permette all’Agenzia delle Entrate di classificare correttamente, in modo standardizzato, la propria attività di impresa ai fini fiscali, contributivi e statistici.
Esempio codice ATECO
Le attività economiche vengono indicate dal codice ATECO con un crescente livello di profondità, ovvero:
- sezioni
- divisioni
- gruppi
- classi
- categorie
- sottocategorie
In riferimento alle attività di impresa legate alla coltivazione di cereali (ex riso), per esempio, il codice ATECO indicherà
- sezione A
- divisione 01
- gruppo 01.1
- classe 01.11
- categoria 01.11.1
- sottocategoria 01.11.10
Infine, si precisa che il codice ATECO rileva anche per l’individuazione della macrocategoria di rischio dell’attività economica. L’INAIL stessa ha infatti associato a ogni codice ATECO una fascia di rischio specifica per ogni attività economica e, dunque, iniziative e previsioni in materia di sicurezza dei locali e dei lavoratori.