Si è tenuta a Fieragricola, alla presenza della ministra Teresa Bellanova, una conferenza stampa di lancio della campagna di promozione relativa al settore olivicolo oleario promossa dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presso lo stand istituzionale, che quest’anno il ministero ha voluto vestire con i colori dell’olio per richiamare l’attenzione su un settore che attraversa una fase di particolare criticità, si è parlato dell’importanza dell’olio come prodotto simbolo della dieta mediterranea, della necessità di promuoverne un consumo più informato e consapevole, dei problemi che affliggono il settore e delle soluzioni messe in campo da questo Governo. “Credo – ha affermato Bellanova – che la sfida più grande che abbiamo davanti sia quella del valore. Abbiamo convinto i consumatori a spendere 10 euro e più per una bottiglia di vino che dura un pasto, non riusciamo a convincerli a spenderne 8 per una bottiglia di olio che dura 3 o 4 settimane. Abbiamo più di 500 cultivar, un patrimonio di biodiversità che non ha eguali, ma che se non sfruttiamo diventa un peso. È qui che prima di tutto dobbiamo lavorare. L’alleanza con il consumatore è strategica. Lo abbiamo abituato a vedere sempre l’olio in offerta. Svilendo spesso il prodotto. Non sto dicendo che il prezzo debba essere inaccessibile, sto dicendo però che così la filiera non regge. Abbiamo chiesto alla grande distribuzione di fare un’azione con noi e anche nella ristorazione serve più cultura dell’olio, dall’offerta al cliente al suo utilizzo in cucina. Dal punto di vista degli investimenti stiamo sostenendo i contratti di filiera nell’olio, con 30 milioni, ed è stato avviato il percorso per la Commissione unica nazionale di settore, per dare trasparenza nella formazione del prezzo indicativo”, ha aggiunto. Con l’occasione sono state anche presentate le finalità e le azioni previste dalla campagna informativa e di comunicazione “Olio su Tavola – i capolavori dell’extravergine” per la cui realizzazione Il Ministero si è affidato all’Ismea. La campagna muove le mosse da alcune evidenze, raccolte nell’arco di un decennio dall’Ismea attraverso indagini demoscopiche, interviste in profondità e attività di mistery shopping nei punti vendita, che attestano un livello di conoscenza dell’olio, da parte del consumatore, ancora piuttosto scarso ma, nel contempo, indicano anche la voglia di saperne di più. È mediamente aumentata infatti, negli ultimi dieci anni, la curiosità rispetto a questo alimento, come dimostra il numero dei clienti che indugia davanti allo scaffale dai 2 ai 5 minuti, passato dal 34% nel 2007, al 59% nel 2017. Eppure sottolinea l’Ismea, in assenza di elementi e motivazioni forti su cui imperniare il processo decisionale, l’atto di acquisto si lascia spesso guidare dalla sola componente del prezzo. Emerge poi dalle indagini un’abitudine a un gusto piatto, che spinge, erroneamente, a giudicare in modo negativo le tipologie di olio amare e piccanti, oltre a una serie di errate convinzioni sul rapporto tra colore e qualità. L’origine del prodotto e la tracciabilità (dalle olive alla bottiglia), si rivela un tema particolarmente sensibile per gli italiani: quasi l’80% degli intervistati vi presta attenzione al momento dell’acquisto e 9 consumatori su 10 giudicano l’olio della propria regione, o comunque nazionale, di qualità superiore.
(ITALPRESS).
RIFLETTORI PUNTATI SUL SETTORE OLIVICOLO
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