Il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco, che si è riunito a Bogotà, ha proclamato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
La transumanza è un’antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame nel Mediterraneo e nelle Alpi. Una tradizione che affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano, oggi come ieri, un rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali.
“Sono particolarmente contento di questo risultato che riconosce e premia il lavoro svolto dal mio capo di gabinetto, il professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier, e dall’ambasciatore d’Italia all’Unesco Massimo Riccardo, che ringrazio per l’impegno profuso nel negoziato internazionale fino alla fine”, afferma il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.
Anche Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, e promotore della vittoriosa candidatura dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano, saluta con soddisfazione la vittoria ottenuta a Bogotà. “Ricordo la grande soddisfazione del 7 dicembre 2017 quando ottenemmo in Corea del Sud il riconoscimento per l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano. Mi complimento per l’ottimo lavoro svolto dal professore Luigi Petrillo, curatore di questo come di quel dossier di candidatura – spiega Pecoraro Scanio -. Le vie della transumanza sono un elemento della tradizione e del paesaggio italiano che coinvolge molte regioni e i pastori sono un presidio sul territorio che contribuisce anche ad arginare quella grande emergenza che è il dissesto idrogeologico”.
(ITALPRESS).
LA TRANSUMANZA DIVENTA PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
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