RBM, IL MONDO ASSICURATIVO SOSTIENE UNA SANITÀ PIÙ INCLUSIVA

“Il settore assicurativo è uno strumento che consente ai cittadini di avere una maggiore accessibilità e una migliore redistribuzione delle risorse rispetto all’acquisto individuale di prestazioni sanitarie nella sanità privata, basato solo sulla capacità reddituale del singolo cittadino. In quasi tutti i principali Paesi europei esiste, in affiancamento al sistema pubblico della sanità, un sistema privato che in termini di finanziamento attinge risorse dal mondo assicurativo, redistribuendo in questo modo il costo tra i cittadini e rendendolo individualmente più sostenibile”. Lo spiega Marco Vecchietti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di RBM Assicurazione Salute, intervenuto all’incontro “Valore della Sanità e Sanità di Valore. Sanità e Scienze della Vita fattore di sviluppo e crescita per l’Italia” nel corso del 14° Forum Risk Management di Firenze. “Per questo – prosegue Vecchietti come si legge nel comunicato stampa diffuso da Rbm – sottolineiamo da tempo come una migliore regolamentazione del Sistema Sanitario del nostro Paese, più che favorire il sistema assicurativo, potrebbe garantire un surplus ai cittadini italiani. Serve modificare l’attuale assetto, nel quale le assicurazioni sono accessibili soprattutto ai lavoratori dipendenti o a coloro che hanno redditi più elevati, ma non riescono a garantire quella funzione di maggiore inclusività sociale, proprio perché non sono impiegate in un’ottica di integrazione organica al Sistema Sanitario Nazionale”.
“La ricetta per evitare questo genere di diseguaglianze tra i cittadini, garantendo la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario e ottemperando al dettato costituzionale dell’art. 32, come sottolineato dal professor Walter Ricciardi con la mia piena e totale condivisione – argomenta Vecchietti – si compone di tre direttrici: l’empowerment del cittadino, una migliore organizzazione dell’erogazione delle prestazioni sanitarie e una gestione delle risorse finalizzata in particolare alla prevenzione. Se noi applicassimo questa ricetta al sistema italiano, apparirebbe chiaro a tutti come il ruolo della sanità privata sia di supplemento a quello che il modello dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) non riesce a garantire. Prestazioni come la prevenzione o cure erogate compatibilmente con lo stile di vita o i bisogni familiari spesso non possono essere erogate con un modello rigido: richiedono un’integrazione privata, e se quest’integrazione non è alla portata delle tasche di tutti, ovviamente si ha poi una riduzione del diritto alla salute effettivo. Per eliminare questo genere di disuguaglianze in sanità – conclude Vecchietti – è necessaria un’integrazione tra Sanità Pubblica e Sanità Integrativa”.
(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

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