Due mesi da rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” per Stefano Bronzini. Sono un periodo troppo breve per tracciare bilanci, ma non per scattare una fotografia dell’avvio di questa esperienza iniziata il 1° ottobre scorso quando il professore di Letteratura inglese ha preso il testimone dal suo predecessore, il professore Antonio Uricchio, nel frattempo passato alla guida dell’ANVUR, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.
“Infatti, più che un bilancio posso raccontare lo start – ha detto il rettore Bronzini – È stato molto emozionante e ricco di sorprese. Ho trovato un’università molto vivace ed anche particolarmente attenta ai nuovi temi come quelli della sostenibilità che è uno dei cavalli di battaglia della ricerca al giorno d’oggi”.
Il momento istituzionalmente più alto per Bronzini è stato fino ad ora l’inaugurazione dell’anno accademico, il 29 ottobre scorso.
In quell’occasione emersero principalmente due argomenti dal discorso del neorettore: il bilancio dell’università penalizzato di circa due milioni per la scelta di allargare la no tax area, con la beffa che gli indicatori ministeriali hanno catalogato come un segno di criticità il decremento delle entrate fiscali, e il tema dell’Autonomia differenziata. “Ho approfittato e ringrazio ancora il ministro Boccia per essere stato presente quel giorno e per avermi dato dei chiarimenti riguardo all’Autonomia differenziata delle regioni. Eravamo molto preoccupati. Devo dire che i chiarimenti sono andati nella direzione giusta. Non possiamo dire di essere tranquilli ma guardiamo con molto rispetto alle manovre che il Governo sta facendo. E mi fa piacere ricordare che il ministro ha apprezzato l’idea dell’osservatorio sul Mezzogiorno che noi abbiamo fondato, costituito, proprio per studiare i flussi di danaro, soprattutto per quanto riguarda i fondi, sia ministeriali sia europei. Invece per quanto riguarda l’aspetto delle tasse, questa è una di quelle ingiustizie tipiche”.
“Noi – continua il rettore – abbiamo fatto politiche di contenimento della dispersione studentesca e questo ha causato con, una no tax aerea a 18mila euro, una perdita di entrate. Questa operazione invece di essere considerata una premialità è diventata una penalizzazione. Oggi le questioni del bilancio dell’università pubblica in Italia sono questioni molto serie cui il Paese dovrebbe prestare maggiore attenzione se veramente si vuole parlare di sviluppo”.
Il percorso del rettore Bronzini è ancora all’inizio, periodo in cui si fissano sfide e traguardi. “La sfida che principalmente vorrei avere, oltre a raggiungere gli obiettivi, è di una università ancora più internazionale, più competitiva nei campi soprattutto europei ma non solo. Devo dire però che se ci sono queste premesse, l’università e tutto il sistema pubblico italiano, sono messi a dura prova. Bisogna considerare che l’Italia è il Paese in cui si investe meno in ricerca e formazione, in un momento in cui in tutto il mondo si richiede maggiore ricerca e maggiore formazione. Credo che la sfida sarà cercare di tenere la barca in buon equilibrio fra le due funzioni fondamentali che sono appunto quelle della ricerca e della formazione, senza dimenticare il rapporto con il territorio. Un territorio quello pugliese che ha bisogno fortemente di una università molto più agile, e qui ci aspettiamo dei miglioramenti normativi, e di un tessuto imprenditoriale che insieme all’università potrebbe far fare quel necessario salto di qualità”.
“Richieste dagli studenti? Sì molte – ha detto il rettore Bronzini -. Taranto per esempio è una città che ha fortemente bisogno che l’università si collochi al centro del futuro sviluppo. Per quanto riguarda l’immediato, io credo che il problema dei servizi, un problema che condividiamo nelle politiche del diritto allo studio con la Regione, debba essere un obbligo per noi. Una migliore qualità della quotidianità per i nostri studenti. Non so se loro me la chiedono, penso proprio di sì, ma penso che ci stiamo muovendo in questa direzione”.
Tra le criticità già affrontate dal nuovo rettore, pochi giorni dopo il suo insediamento, il caso delle lezioni di Medicina e Chirurgia a Taranto, avviate, poi interrotte e poi riprese, anche se la soluzione non è ancora definitiva. “La questione Taranto – ha spiegato Bronzini – è una questione in progress, ovvero nei prossimi anni dobbiamo mettere le basi. Credo che siamo partiti in modo un po’ affrettato, ma abbiamo adesso accorciato le distanze da quelle difficoltà anche grazie a tutti i soggetti come Regione, sindaco, Asl, il vescovo stesso. Adesso si tratta di costruire in maniera più seria. Prima forse si era pensato di trovare, per un eccesso di generosità, scorciatoie. Adesso invece vogliamo davvero formare un corso di studio per gli studenti che vogliono davvero fermarsi a Taranto a studiare Medicina e Chirurgia”
(ITALPRESS).