Come era ampiamente prevedibile, la Lega di Serie A non è riuscita ad eleggere il suo nuovo presidente e di conseguenza, da domani in via Rosellini si insedierà il nuovo commissario ad acta nominato dalla Figc, Mario Cicala. Il professore torinese, già presidente della sezione tributaria della Corte di Cassazione e membro del Csm, si occuperà, entro il 10 marzo 2021, di individuare un profilo adatto alla presidenza della Lega e, se lo riterrà opportuno e come auspicato dallo stesso numero della Figc Gabriele Gravina, di modificare l’attuale statuto. Brevissima la seduta di oggi, che comunque ha visto i venti presidenti della massima serie votare per ben due volte per eleggere il successore di Gaetano Micciché. In entrambe le tornate, in cui per eleggere un presidente era necessario un quorum di 14 voti favorevoli, ha però vinto il “partito” delle schede nulle, ben 11 nella prima votazione, 13 nella seconda. Curiosi alcuni dei nomi emersi dalle “urne”, come quello dell’ex ministro e presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni (un voto nella prima delle due votazioni), o quello del manager Paolo Dal Pino (2 voti in prima seduta), che a suo tempo era stato sostenuto da Claudio Lotito per la poltrona di ad della Lega, poi occupata da Luigi De Siervo, fino a quello del direttore generale della Fiorentina e braccio destro di Rocco Comisso, Joe Barone. Ben cinque, invece, le preferenze convogliate nel secondo turno elettorale verso l’ex numero uno di via Rosellini, Gaetano Micciché. Ma proprio l’ex presidente della Lega, alla vigilia dell’assemblea elettiva, si era voluto sfilare dall’ipotesi di un suo ritorno in via Rosellini. “Nessuno mi ha chiamato, ma al di là di questo, non è attuale – ha spiegato a margine del convegno ‘L’importante è pareggiare’ – Io mi auguro ovviamente che la Lega ritrovi una governance normale. E quindi che possano i venti azionisti trovare delle soluzioni che siano le più confacenti per il presente e per il futuro del calcio italiano”, aggiungendo di “non essersi sentito tradito da nessuno” nel corso dei suoi 20 mesi in Lega. Si apre ora un periodo molto delicato per l’organismo che riunisce le venti società della massima serie, chiamato a giocare due partite: una è l’elezione del presidente, l’altra è quella dei diritti televisivi per il prossimo triennio. “Sicuramente siamo in una fase delicata – ha confermato l’ad dell’Inter Giuseppe Marotta – Da una parte la questione dei diritti tv e dall’altra quella di nominare un presidente che rappresenta di per sé un forte punto di riferimento nello scenario politico italiano, laddove spesso e volentieri siamo un po’ sottoconsiderati nonostante rappresentiamo uno spaccato importante sia nell’ambito sociale, sia nell’ambito delle nostre contribuzioni economiche come contribuenti”. Da Marotta l’auspicio di un rapido e aperto “confronto tra le componenti”, in modo che “si possa individuare un presidente nell’arco del mandato del commissariamento ad acta”.
(ITALPRESS).
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