“La ditta era incaricata di effettuare dei lavori. Il paradosso è che i lavori dovevano aumentare le condizioni di sicurezza”. Lo ha detto Emanuele Crescenti, procuratore capo di Barcellona Pozzo di Gotto, parlando con i giornalisti sul luogo dell’esplosione del deposito di fuochi d’artificio che ha causato ieri la morte di cinque persone.
“L’indagine richiede accertamenti tecnici, verifiche, analisi, non è un’indagine che si fa in brevissimo tempo. La prima ipotesi è che le scintille causate da un flex o da una saldatrice siano andate a finire non sull’esplosivo, ma su un colorante che ha fatto da miccia per l’esplosione. Procediamo per omicidio colposo plurimo e per disastro colposo. Uno dei casotti è completamente distrutto, come colpito da un’atomica. L’onda d’urto ha distrutto anche un altro casotto, dove era presente la prima vittima”.
UN FLEX ALL’ORIGINE DELLA STRAGE DI BARCELLONA
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