È possibile ricorrere al divorzio breve con figli o no? Come funziona il divorzio breve se ci sono figli minorenni?
Cerchiamo di scoprirlo con questo nostro breve approfondimento sul tema, anticipando che, in linea di massima, il divorzio breve con figli è possibile solamente mediante la negoziazione assistita degli avvocati divorzisti, o mediante il ricorso alla causa in tribunale.
Dunque, nel caso in cui ci siano dei figli minorenni non risulterà percorribile la strada della procedura in Comune, perché l’ufficiale di stato civile non può decidere nel merito.
Divorzio breve con figli minorenni
Da quanto sopra dovrebbe dunque essere già piuttosto chiaro che non si può ricorrere al divorzio in Comune se la coppia ha figli minorenni. Lo stesso però vale anche per i figli portatori di handicap o, in generale, se i figli sono maggiorenni, ma non sono economicamente autosufficienti. Ma cosa significa, questo?
In sintesi, significa che per poter avere accesso al divorzio breve in Comune la coppia deve avere figli autosufficienti sotto il profilo economico, ovvero con un lavoro. Deve inoltre essere il figlio, in sede di divorzio, ad affermare di essere autosufficiente: di fatti, una volta che la coppia intende divorziare, si rivolge al Comune per ricorrere alla procedura semplificata, e questo invia ai figli una richiesta che è finalizzata ad accertarsi dell’esistenza della condizione dell’autosufficienza economica.
Dunque, il divorzio con figli verrà autorizzato, in questi casi, solamente se i figli dichiarano di essere economicamente indipendenti o se entro 15 giorni non rispondono alla richiesta del giudice.
Negoziazione assistita con avvocato
Una strada utile per poter ricorrere al divorzio breve con figli è certamente quella di ricorrere alla negoziazione assistita, un istituto nato con la riforma del 2015, e che ha permesso alla coppia di divorziarsi con l’assistenza di due avvocati che aiutino a raggiungere sia l’intesa per la separazione che quella per il divorzio, o magari modificare le condizioni che erano previste da un precedente accordo.
Questa strada rappresenta, idealmente, un’alternativa tendenzialmente più breve e più economica alla via giudiziale consensuale. Una volta raggiunto l’accordo in sede privata, infatti, l’intesa dovrà essere semplicemente trasmessa al PM che, in caso di assenza di figli, attuerà solamente un controllo formale.
Nel caso in cui, invece, siano presenti dei figli, il PM verificherà se l’accordo tutela i minori.
Nell’ipotesi in cui l’esito sia negativo, allora l’accordo sarà inviato entro 5 giorni al presidente del Tribunale, con gli avvocati delle parti che dovranno poi trasmettere l’atto all’ufficiale di stato civile del Comune entro i successivi 10 giorni.
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Divorzio breve per matrimonio religioso
Concludiamo questo nostro breve approfondimento precisando come non tutti sappiano che dal 2015 anche il matrimonio religioso può essere rotto per una sorta di “divorzio breve”.
In particolare, in seguito a una riforma del diritto canonico, è ora possibile ridurre i tempi del processo ordinario di annullamento, ma solamente se le cause di nullità del matrimonio sono evidenti. Saranno i vescovi del territorio a scegliere se il matrimonio possa essere dichiarato nullo o meno, approfittando però di un nuovo regime abbreviato, entro un massimo di 30 giorni. Se il vescovo non riscontra delle cause evidente, potrà rimandare la decisione sull’annullamento al procedimento ordinario.
Ma quali sono le cause che possono disciplinare un simile “divorzio breve religioso”?
In sintesi, le principali cause che possono condurre all’annullamento del matrimonio religioso sono riconducibili – pur in maniera non esaustiva – alla mancanza di fede di uno dei coniugi o di entrambi i coniugi, alla permanenza di una relazione extraconiugale, e così via.
Naturalmente, per maggiori informazioni sul divorzio breve ti consigliamo di ricorrere alla consulenza di un buon avvocato specializzato in diritto di famiglia.