“Il calcio e i Mondiali”, nel segno dell’amarcord ma soprattutto del futuro, di un pallone sempre piu’ globalizzato e in grado di unire e mai dividere. Il presidente della Fifa Gianni Infantino, svizzero con il sangue italiano, e il Pierluigi Collina, capo commissione arbitri, hanno inaugurato il Teatro Sociale di Trieste nell’ambito della seconda edizione del Festival dello Sport. Sempre suggestivo il ricordo dei successi azzurri a Spagna 1982 e Germania 2006, ma incombe Qatar 2022 e anche il Mondiale in Nordamerica del 2026, che sara’ a 8 squadre. “E’ piu’ un torneo dei popoli, un evento sociale incredibile in cui la gente si ferma per seguire partite di calcio – ha spiegato il numero uno della federazione internazionale – E’ una conseguenza naturale della globalizzazione del calcio, e’ una sfida di questa nuova Fifa”. Le critiche per il periodo invernale in cui si disputera’ il Mondiale in Qatar sono cortesemente rispedite al mittente: “Insieme alla palle, useremo anche i palloni per decorare l’albero di Natale… Battute a parte, e’ anche giusto una volta ogni cento anni giocare il Mondiale in un posto dove mai si e’ disputato e dove non si puo’ giocare a giugno e luglio”.
“E’ una novita’, dal punto di vista tecnico sono sicuro che sara’ spettacolare, con giocatori freschi e non a fine stagione. Gli stadi saranno bellissimi, i campi spettacolari: si scoprira’ una parte del mondo che molti non conoscevano. Molti criticavano la scelta di Russia 2018 ma e’ stato il migliore Mondiale di sempre. E in Qatar vogliamo fare ancora di piu'”. Infantino, poi, si dice folgorato ‘sulla via di Damasco’ dal Var: “Il calcio, grazie alla Var, e’ piu’ bello, pulito e giusto. Ero abbastanza scettico, forse per la mia influenza italiana, pero’ mi sono reso conto che effettivamente aiuta. Noi non ci rendiamo conto che il lavoro dell’arbitro e’ difficilissimo. E se ce ne rendiamo conto, non lo diciamo: sono degli eroi, a parte essere dei ‘maniaci’ del professionismo. Poterli aiutare senza snaturare il flusso il gioco, e’ una bella cosa e oggi, dopo un paio di anni, il termine Var e’ gia’ entrato nel vocabolario mondiale anche per altri ambiti”. Annunciato di aver proposto alla Fifa di investire un ‘tesoretto’ di un miliardo di dollari per consacrare il calcio femminile, divenuto sempre piu’ una splendida realta’, Infantino non si esime nel dire la sua anche sul razzismo negli stadi.
“Non e’ fenomeno solo italiano, non bisogna nasconderlo ma condannarlo in ogni sua forma. E agire: la Figc del presidente Gravina, che ringrazio, ha intrapreso passi importanti, con
sanzioni per gli idioti che pensano ancora di poter comportarsi come razzisti. Bisogna prendere il problema sul serio, la nostra societa’ sta diventando molto aggressiva. Oggi, nel 2019, e’ facile identificare anche chi fa ‘bu’: si prende, si porta fuori e non si fa entrare piu’ nello stadio. E poi sono atti di natura penale, ci sono le leggi. E qualora non ci siano, vanno fatte”. Anche Collina si e’ espresso in maniera favorevole sul Mondiale a 48 squadre, sicuro pero’ che non ci sara’ bisogno di impiegare piu’ direttori di gara: “Si puo’ prevedere un numero di arbitri maggiore o anche un maggiore utilizzo di quelli presenti. Si puo’ anche arbitrare di piu’, sapendo che la logistica non sara’ semplice. Credo ci riusciremo: qualche limite c’e’ ma si puo’ aumentare il numero di partite per un arbitro”. L’ex designatore italiano, infine, spende parole ‘al miele’ per il Var: “Capita di avere l’esultanza immediata e poi l’intervento del Var. Non credo si uccida l’emozione, semmai si raddoppia. L’esigenza e’ ridurre i tempi tecnici necessari, avere una tecnologia, un’intelligenza artificiale, che ti permetta gia’ di
selezionare le migliori immagini”.
(ITALPRESS).