PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE GARANTI DEI DETENUTI

Collaborare di più. Per far conoscere la realtà del carcere e per riuscire a realizzare interventi concreti che possano tutelare sempre meglio i diritti e favorire il reinserimento dei detenuti. Un impegno comune nel quale i garanti territoriali possono e devono giocare un ruolo di primo piano. Questi i temi e gli obiettivi sui quali c’è stata unità di intenti e vedute tra i relatori della prima sessione di lavori della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà che si è aperta questa mattina a Palazzo Pirelli.
Dopo l’apertura affidata a Carlo Lio, Difensore civico della Regione Lombardia, è stato il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini a porre l’accento sul fatto che “il primo dei problemi, quello più difficile da affrontare, è di tipo culturale”. Bisogna, ha sostenuto, “uscire dalla logica del carcere come mondo isolato. Tutti – ha sostenuto – dobbiamo iniziare a cercare di immaginare, e non è facile da uomini liberi, quanto difficile sia la condizione di un detenuto. Più riusciamo in questo intento, più semplice sarà, anche sotto il profilo etico, morale e sociale, incidere sui problemi che riguardano il mondo penitenziario”.

“L’essenza del nostro compito – ha aggiunto Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà – è garantire una vigilanza che abbia anche capacità di prevenzione. Dobbiamo capire le situazioni e il loro evolversi per intervenire quando si intravedono possibilità di fenomeni negativi. Non siamo perciò più definibili semplicemente come garanti dei detenuti perché in un contesto in continuo cambiamento, dove vanno estendendosi le forme di limitazione della libertà, dovremmo avere sempre più competenze”. Palma ha anche approfondito problematiche riguardanti gli aspetti della sanità e degli spazi di detenzione, sottolineando che attualmente sono ben circa 1700 le persone con una pena inferiore a un anno: “non possiamo considerare nello stesso modo -ha sottolineato- chi ha una detenzione lunga e chi ne ha una breve”.

Nel suo intervento Stefano Anastasia, Coordinatore della Conferenza dei Garanti, ha evidenziato infine la necessità di “mettere all’ordine del giorno del nuovo Governo la richiesta che il carcere sia considerato extrema ratio e superare l’equazione tra pena e carcere. Siamo e dobbiamo essere garantisti a 360° e non possiamo ammettere che il carcere sia l’unica soluzione. Non possiamo, poi, trattare i detenuti come nemici pericolosi. Altrimenti avremmo di ritorno inimicizia e ulteriore, nuova pericolosità”.
In Italia alla data di oggi 4 ottobre sono detenute 60.848 persone, a fronte di una capienza regolamentare nelle carceri italiane stabilita in 50.472 posti.
Il sovraffollamento, pari a 10.276 unità, presenta quindi un indice del 20,56%, significativamente aumentato nell’ultimo anno di oltre 5 punti percentuali: l’Italia oggi per sovraffollamento carcerario è pertanto il terzo peggiore Paese europeo dopo la Macedonia del Nord e la Romania, ed è entrata nel mirino delle istituzioni comunitarie preposte a comminare richiami e sanzioni in materia. La media europea di reclusi nelle carceri è attualmente di 91,4 detenuti ogni 100 posti.
Se si esamina la situazione regione per regione, la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di detenuti pari a 8.619, seguita dalla Campania con 6.157, dal Lazio con 6.569 e dalla Sicilia con 6.498. La regione con il minor numero di detenuti è la Valle D’Aosta con solo 204 persone.

Guardando all’indice di sovraffollamento, la Puglia presenta la percentuale più alta con il 65,3%, ospitando attualmente 3.834 detenuti a fronte di una capienza di 2.319 (+ 1.515). Seguono la Lombardia con un indice di sovraffollamento pari al 39,1% (+ 2.400 detenuti), la Liguria con il 37,4% (413 detenuti in più rispetto a una capienza di 1.104 posti) e l’Emilia Romagna con il 34,3% (3.751 detenuti rispetto ai 2.793 previsti).
Sono solo due le regioni italiane a rispettare i limiti di capienza: la Sardegna, che ospita 2.302 detenuti a fronte di una disponibilità di 2.714, e il Trentino Alto Adige con 444 detenuti a fronte di una capienza di 506. Quasi in linea con i parametri la Sicilia, dove sono recluse 6.498 persone a fronte di 6.476 posti.

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