“Non è semplice rimanere fuori e ringrazio lo staff medico che mi ha coccolato per 20 giorni. Mi hanno fatto capire che era meglio fare un passo indietro per non farlo più lungo dopo. È stato pesante ma l’ho dovuto accettare, nella consapevolezza anche che lo staff stava andando avanti alla grande in allenamento e in partita”. Maurizio Sarri è finalmente pronto. Rimasto fuori nelle prime due giornate di campionato contro Parma e Napoli per i postumi di una polmonite, il tecnico potrà fare domani il suo debutto ufficiale sulla panchina bianconera in occasione della trasferta del “Franchi”. Turnover ridotto all’osso perchè “in questa fase la squadra deve trovare un’identità, un livello di organizzazione forte ed è molto più difficile fare rotazioni. In questa fase cerco di privilegiare la ricerca di identità, di assetto che ci può garantire qualcosa in più. Ma il gruppo sta lavorando bene. Mai nella mia carriera ho visto giocatori nella sosta lavorare così bene”. E il fatto di avere una rosa ampia, bilanciando pro e contro, gli sta bene. “E’ chiaro che avendo una lista di soli 22 giocatori per la Champions deve essere fatta una scelta non semplice e non gratificante per un allenatore ma indispensabile. Sono rimasti fuori due giocatori importantissimi ma questo dimostra anche la forza della nostra rosa. Abbiamo la sfortuna di avere una rosa ampia che comporta certe scelte, ma anche la fortuna di avere una rosa in cui un solo giocatore è indispensabile. Tirando le somme siamo fortunati”. Emre Can non ha preso bene l’esclusione dalla Champions. “Non posso non tenere conto dell’aspetto emozionale – commenta Sarri – Devo dare al giocatore l’opportunità di lasciarlo decantare, ho l’età giusto per capire un certo tipo di reazione”. Al tecnico bianconero continuano a rimproverare certe frasi pronunciate quando era al Napoli. “Non ho mai pensato che le vittorie della Juve fossero dovute alla fortuna ma che la Juve fosse la squadra più forte – ribatte – Si poteva discutere di un episodio o meno ma dovete anche lasciare sfogare un allenatore. La forza di questa società è nell’organizzazione e nella testa, qui si archivia la vittoria in 30 secondi e ci si concentra sulla partita successiva”. A casa Sarri l’arrivo del tecnico sulla panchina della Juve non è stato preso benissimo. E chissà che domani al “Franchi” contro la Fiorentina per chi tiferanno i suoi familiari. “Mia madre non era contentissima – rivela alla vigilia della gara – Mia nonna abitava a piazza Alberti a Firenze, la fede della famiglia era viola a parte me che ero del Napoli. Ma in quello stadio ci ho lasciato uno scudetto e devo sostituire questo ricordo con un altro positivo”. E tornando sul successo prima della sosta contro il Napoli, chiosa: “Dispiace per Kalidou, un ragazzo straordinario. Ma abbiamo vinto per un episodio fortunato una partita che meritavamo di vincere”.
LA JUVE RIABBRACCIA SARRI “DURA RESTARE FUORI”
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