L’Italia non si ferma piu’ (per ora) : sei-vittorie-sei. Quando verranno avversari veramente difficili, vedremo. Adesso va bene cosi’. La filosofia della vittoria che copre tutte le magagne talvolta e’ piu’ realistica di quella di cercare il successo attraverso il gioco. Cosi’ anche i nostri giudizi quasi sempre vengono influenzati dai risultati. Del resto, cosa volete eccepire quando una squadra vince sei partite di fila nel girone di qualificazione agli Europei ed e’ una fra le piu’ vincenti di tutti i gruppi? Mancini, che conosce bene vizi e virtu’ del pallone, incassa i successi e accontenta tutti dicendo che ancora i nostri non sono completamente in forma, che gli avversati sono piu’ avanti nei loro campionati, che nel calcio non ci sono avversari facili ecc. ha lettore conosce bene il manuale del bravo ct: e’ un uomo di mondo e sa benissimo che se a Tampere avesse pareggiato, lo avrebbero messo sulla graticola per i troppi cambi (cinque) e per aver lasciato fuori inizialmente Belotti, che aveva cominciato a segnare a vantaggio di Immobile che per quasi tutto il primo tempo non si e’ quasi mai visto.
Ma il calcio e’ governato dai rimbalzi capricciosi della palla e se l’attaccante laziale segna il gol del vantaggio azzurro, Belotti viene quasi dimenticato.
E se alla fine l’Italia imbrocca la sesta vittoria consecutiva, ci si scorda di qualche errore difensivo (“Ci siamo creati sofferenze da soli” ha ammesso il soddisfattissimo Mancini) e degli altri reparti e tutto si trasforma in oro luccicante. Come si possono giudicare, al tirar delle somme, le prestazioni dei vari reparti azzurri? Sensi e’ stato una conferma: bravo nella confezione della manovra, spigliato nel cercare il tiro, ma anche autore del fallo su Pukki che ha permesso alla Finlandia di pareggiare su rigore. E i “nuovi” in difesa Acerbi e Izzo? Bene, anche se qualche passaggio indietro non dovevano farlo, come qualche entrata che poteva costar cara. Bonucci ha tenuto insieme il reparto e Florenzi, che ha sostituito l’infortunato Emerson, ha fatto la propria parte da faticatore. E Jorginho al timone? Bene in generale, autore del gol della vittoria su rigore, ma meno efficace di altre occasioni perche’ gli mancava forse il secondo play accanto (lo squalificato Verratti), mentre Barella e’ cresciuto. E davanti Chiesa ha fatto meglio di altre occasioni. E Lorenzo Pellegrini ha confermato di essere tatticamente importante. E nonostante i giudizi positivi, la blanda partenza e la lunga girandola di passaggi che sfociavano raramente in occasioni da gol (solo tiri da lontano) sembravano dire che i nostri non avevano armi migliori. Poi la squadra e’ cresciuta e ha creato molte occasioni, mancandole anche per la bravura del portiere Radecki. Ma gli azzurri hanno vinto la sesta partita consecutiva, cosa possiamo rimproverare? Poco.
La prossima volta, con un mese in piu’ di campionato nelle gambe sara’ un’altra cosa. Vedrete che con qualche elemento in piu’ (Verratti tornera’, Zaniolo verra’ riproposto con qualche altro, ci sara’ qualche altra novita’ e se Balotelli comincera’ bene in campionato col Brescia…). Mancini, contro la Grecia all’Olimpico di Roma vuole uno stadio pieno come a “Italia 90”. Non c’e’ che dire: il nostro c.t. e’ un ottimo promotore dell’ambiente e del proprio lavoro. Finora e’ andato benissimo: lo dicono i risultati e le prospettive, ma ognuno fa il proprio mestiere e qualche critica bisogna pur farla: meglio nelle vittorie che nelle sconfitte. A ciascuno il suo…