UN SUPER GALLINARI NON BASTA CONTRO LA SERBIA

L’Italia ci prova per poco più di tre quarti ma contro questa Serbia era impossibile fare di più. La terza sconfitta in un mese contro la corazzata guidata da Sasha Djordjevic è però più simile a quella di Shenyang che alla disfatta di Atene, al di là del 92-77 finale. Sul parquet di Foshan, con già in tasca il biglietto per la seconda fase del Mondiale e soprattutto il pre-olimpico del prossimo anno, gli azzurri se la giocano, restano a lungo in partita ma alla fine vanno in riserva nonostante un Gallinari formato Nba (26 punti e 8 rimbalzi) e un Belinelli sempre presente (15 punti). In crescita anche Datome, bene a sprazzi Gentile e Hackett ma dall’altro lato Bogdanovic è immarcabile (31 punti con 6/11 da tre), Jokic è il solito fenomeno (15+6) e nel pitturato i serbi sono duri da contenere, oltre a mostrare una maggiore reattività sulle palle vaganti. Del resto si parla della nazionale candidata numero uno all’oro, più degli Usa, e allora non resta che prendersi quanto di buono emerso oggi e guardare con fiducia ai prossimi impegni di Wuhan, contro Spagna (venerdì) e Portorico (domenica). Per provare a sognare servirà di sicuro lo stesso coraggio mostrato oggi sin dall’inizio, con un’Italia brava a tenere testa ai più quotati avversari anche sul piano dell’intensità.

Che Bogdanovic abbia la mano calda si capisce subito ma Hackett non è da meno e solo alcune sbavature degli azzurri spezzano l’equilibrio. L’Italia, infatti, pecca su qualche blocco, finendo col concedere alla Serbia qualche tiro facile di troppo, e anche in attacco alle volte si arriva al limite dei 24 prima di tentare la conclusione. Ma Meo Sacchetti può essere più che soddisfatto di quello che vede e solo nel finale di quarto il quintetto di Djordjevic riesce a piazzare il primo vero allungo (19-26), con l’Italia che però riesce ad andare al primo riposo sotto solo di 5 (23-28). Sotto canestro gli azzurri cercano di sopperire con l’aggressività alla differenza di centimetri e fisicità ma non sempre basta, e anche la circolazione di palla dei serbi è da far girare la testa. La tripla di Gentile rimette l’Italia a contatto (29-31 dopo 12′) ma la reazione serba è violenta: 8-0 in due minuti, con Bogdanovic che continua a bombardare il canestro azzurro dall’arco. Datome e Belinelli riescono a ridurre lo strappo (34-39) ma il tiro da 3 continua a far male all’Italia, che pur mettendoci cuore e corsa non sempre riesce a chiudere sui cecchini serbi. La prestazione complessiva resta commovente, con i tre big che danno l’esempio: Datome ringhia in difesa, Gallinari tiene testa a Jokic, Belinelli non ha paura di forzare.

E se si va all’intervallo lungo sul 42-50 è solo per la straordinaria qualità degli uomini di Djordjevic. Ogni minimo errore degli azzurri viene punito ma un avvio di terzo quarto sontuoso del Gallo (11 punti di fila) tiene l’Italia lì (53-55). Ma le energie spese per risalire sono tante e Bogdanovic e soci ne approfittano per un contro-break che vale il 57-70 a 10′ dalla fine. La Nazionale non ha alcuna intenzione di mollare, una bomba capolavoro di Belinelli vale il -8 ma gli azzurri iniziano a innervosirsi: tecnico per Brooks, poi antisportivo di Gallinari, Raduljica dalla lunetta non sbaglia mai e l’Italia ripiomba a -15 (65-80) a 6′ dalla fine. La bomba di Bjelica sentenzia la gara a metà quarto e a quel punto meglio togliere il piede dall’acceleratore: davanti ci sono altre due gare per provare a trovare un posto fra le prime 8 al mondo. “Siamo arrivati alla fine un po’ stanchi, poco lucidi, ma finchè abbiamo avuto le energie fisiche e nervose siamo rimasti in partita – sottolinea Sacchetti – La prima volta siamo riusciti a recuperare, la seconda era difficile ma non si poteva chiedere di più. Ora pensiamo alla Spagna che è un’altra grande squadra”.

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