Il problema razzismo torna a investire il calcio italiano. Cinque mesi dopo il caso Moise Kean, preso di mira dai tifosi del Cagliari durante la sfida dello scorso campionato con la Juventus, la Sardegna Arena si è contraddistinta per un nuovo episodio di discriminazione, stavolta nei confronti del nuovo attaccante dell’Inter Romelu Lukaku. Gli insulti razzisti verso il belga hanno fatto presto il giro del mondo provocando reazioni indignate a ogni latitudine. Lo stesso Lukaku è intervenuto con un appello: “Molti calciatori nell’ultimo mese hanno ricevuto insulti razzisti, a me è capitato ieri – ha scritto l’attaccante dell’Inter su Instagram – Il calcio è un gioco che dovrebbe far sorridere tutti e noi non dovremmo accettare alcuna forma di discriminazione che può far vergognare il nostro sport: io spero che le federazioni calcistiche di tutto il mondo reagiscano in modo forte”.
Lukaku ha voluto sottolineare come, nonostante i numerosi appelli e le denunce degli ultimi anni, “niente si stia muovendo. Siamo nel 2019 e invece di andare avanti stiamo tornando indietro – ha scritto il belga – Penso che noi giocatori dovremmo unirci per fare una dichiarazione su questo problema: dobbiamo mantenere il nostro gioco pulito e divertente”. Dal Cagliari è arrivata piena solidarietà verso l’attaccante dell’Inter. In un comunicato, la società sarda ha promesso ogni sforzo per l’individuazione dei responsabili degli insulti razzisti di ieri sera, ricordando e al contempo sottolineando l’impegno del club stesso sul tema. “Il Cagliari Calcio prende con forza le distanze dagli sparuti, ma non meno deprecabili episodi verificatisi alla Sardegna Arena in occasione di Cagliari-Inter”, gesti e comportamenti “deprecabili e totalmente agli antipodi dei valori che, con determinazione, il Cagliari Calcio porta avanti in ogni singola iniziativa. Quotidianamente. Proprio Cagliari-Inter è stata infatti l’ennesima occasione per ammirare il vero tifo, quello positivo e mai contro qualcuno”.
Nel difendere la propria gente “da accuse infamanti e sciocchi stereotipi che non possono assolutamente essere indirizzati verso i tifosi del Cagliari e il popolo sardo”, la società del presidente Giulini ha espresso piena solidarietà a Lukaku chiedendo il supporto “di tutti soggetti che operano nel mondo del calcio” per combattere la piaga del razzismo: “Dai veri tifosi agli stewards, dai media alle forze dell’ordine fino alla Lega Serie A e la FIGC. Il Cagliari Calcio vi chiede aiuto per vincere una battaglia che riguarda tutti. Nessuno escluso”. E proprio il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha ribadito di avere le idee chiare per quanto riguarda il problema del razzismo: “Quanto accaduto durante Cagliari-Inter è un fatto grave, a prescindere da quanti fossero i colpevoli di quei beceri cori razzisti – ha spiegato il numero uno della Figc – Evidentemente devo constatare che, in attesa che il percorso educativo da noi avviato con progetti mirati nelle scuole possa dare i suoi frutti, dobbiamo rendere ancor più stringenti e di rapida applicazione le sanzioni previste per contrastare questa ingiustificabile deriva”.
Anche la Lega di Serie A ha espresso la propria condanna per i fatti di Cagliari e ha annunciato un’iniziativa per il mese di ottobre: “Ad ogni club sarà chiesto di individuare un proprio calciatore che entrerà a far parte della “Squadra contro il razzismo” della Lega Serie A, un testimonial che in prima persona si farà portatore dei valori del rispetto e dell’uguaglianza”. Un impegno concreto nella speranza che non abbia ragione il commissario tecnico della nazionale italiana Roberto Mancini: “La maggior parte delle persone capisce e sta cercando di fare il meglio per superare questa situazione, ma ci sono tifosi poco intelligenti che sbagliano. Forse diminuiranno nel tempo, ma temo che ci saranno sempre. Io spero che queste cose finiscano”.