Il 29 agosto del 1991 la mafia assassinava Libero Grassi, il coraggioso imprenditore che si era ribellato a Cosa nostra rendendosi protagonista di una battaglia a difesa delle imprese e contro il racket delle estorsioni. A distanza di 28 anni Palermo continua a ricordarlo e lo fa attraverso un ciclo di iniziative promosso dagli stessi familiari e da Addiopizzo.
Questa mattina alle 7,40, ora esatta dell’omicidio, si è tenuta una commemorazione in via Alfieri, luogo del delitto, alla presenza delle istituzioni. C’erano anche i commercianti del Bangladesh, che hanno accusato i loro estorsori. Accompagnati da Daniele Marannano di Addiopizzo hanno deposto piante di vinca.
Alla commemorazione, oltre ai figli Alice e Davide, tra gli altri, c’erano anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore regionale Toto Cordaro, in rappresentanza del governatore Nello Musumeci, i vertici di Guardia di finanza e Carabinieri, il questore Renato Cortese, il deputato Pd Antonello Cracolici, e Tano Grasso, presidente onorario del Fai.
Nel pomeriggio, al Parco Libero Grassi, si terrà la terza edizione di “Vela per l’inclusione sociale”. Veleggiata in barche d’altura con i ragazzi di piazza Magione accompagnati da Addiopizzo, la Lega Navale Italiana e Alfredo Chiodi, nipote di Libero Grassi.
Successivamente, al Nautoscopio, in piazza Capitaneria di Porto, incontro sul tema “Le cicatrici della crescita”. A introdurre sarà Addiopizzo. Il giornalista Roberto Puglisi dialogherà con Alice Grassi, Davide Grassi e Massimiliano Noviello. Nel corso del pomeriggio ci sarà spazio per la testimonianza di uno dei commercianti di origine bengalese che si sono ribellati al racket con il sostegno di Addiopizzo.
“O sono io che non mi sono accorta di niente oppure il Governo in questo anno non ha fatto nulla sul fronte della lotta alla mafia. Siamo così intenti a respingere gente sfortunata che non ci occupiamo di ciò che succede a casa nostra, come la mafia o la ‘Ndrangheta. Il ministro Salvini si sarebbe dovuto occupare della ‘Ndrangheta al Nord, che esiste, invece non mi sembra che abbia fatto niente”, ha dichiarato Alice Grassi, figlia dell’imprenditore.
“Buona parte della gente – ha aggiunto Alice Grassi – continua a negare di essere vittima del pizzo oppure lo trova conveniente. Purtroppo lo sappiamo, non è cambiato. Ma è cambiata una cosa: ora puoi decidere da che parte stare. E’ successo un fatto molto grave – ha sottolineato – cioè che i legali di Addiopizzo non vengono più risarciti direttamente quando vengono emesse le sentenze, questo farà diminuire ulteriormente le denunce”.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dopo avere deposto con Davide Grassi una corona nel luogo in cui avvenne l’omicidio, ha dichiarato che “Libero Grassi ha gettato un seme, in anni bui della città, anni in cui la maggioranza degli imprenditori, della politica e spesso delle istituzioni accettava il pizzo come un male inevitabile. Il suo sacrificio e poi lo straordinario impegno della famiglia guidata da Pina Maisano furono da stimolo per una presa di coscienza e per un impegno simboleggiato dalle tante associazioni antiracket e per un consumo critico sorte in tutta Italia”.
“La presenza oggi alla cerimonia di imprenditori oltre che di tanti giovani è il segno che quel seme è stato raccolto a Palermo ed oltre Palermo – ha aggiunto Orlando -. La presenza di tanti stranieri fra cui anche commercianti e imprenditori, dimostra ancora una volta come nell’apertura e nell’incontro Palermo e l’Italia abbiano tutto da guadagnare e possano costruire occasioni di liberazione e riscatto”.
“Un imprenditore con la schiena dritta che si oppose, fino alle estreme conseguenze, all’infame ricatto del pizzo – ha ricordato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci -. Il sacrificio di Libero Grassi deve essere un riferimento fondamentale per tutti coloro i quali hanno a cuore la costruzione, in Sicilia, di un’economia sana e senza condizionamenti mafiosi. Ecco perché, oggi, è doveroso ricordarlo”.