La giunta regionale della Basilicata ha approvato e pubblicato nell’ultimo Bollettino ufficiale l’avviso “Valore donna 2020 – voucher per la conciliazione”, che mette a disposizione 1 milione e 500 mila euro nell’ambito delle risorse del Programma operativo (Po)-Fondo sociale europeo (Fse) 2014-2020. L’intento è quello di investire su “strumenti di conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro”, aiutando “le donne che hanno difficoltà a restare nel mercato del lavoro in maniera continuativa, perché impegnate in specifici ruoli di cura (figli minori di 14 anni, genitori o altri parenti anziani o disabili e bisognosi di assistenza continuativa)”. Attraverso la concessione di “voucher di conciliazione” e quindi di un aiuto economico, le richiedenti potrebbero riuscire a svolgere le attività lavorative utilizzando risorse “sufficienti a pagare chi possa svolgere gli stessi ruoli di cura al loro posto”. Le destinatarie dell’avviso sono proprio le donne che hanno responsabilità di cura, che potranno ricevere un “contributo – è specificato – finalizzato a rimuovere gli ostacoli che impediscono di rimanere nel mercato del lavoro in maniera continuativa, favorendo l’acquisto di servizi di cura e conciliazione”.
Il voucher, naturalmente, dovrà “obbligatoriamente – è evidenziato nell’avviso pubblicato dalla giunta Bardi – essere speso presso fornitori di servizi di cura e conciliazione, con sede operativa in Basilicata, ed in grado di rilasciare, per i servizi resi, fattura o ricevuta o documento avente valore probatorio equivalente”. Potranno partecipare – allegando istanza entro la fine di settembre secondo le modalità indicate anche sul sito istituzionale della Regione – le donne in età lavorativa (20 – 64 anni, non titolari di pensione di anzianità) residenti in Basilicata da almeno 6 mesi al momento della pubblicazione dell’avviso, che si trovino nella condizione di avere responsabilità di cura a carattere continuativo, che ostacoli l’ordinaria attività lavorativa e che siano titolari di un contratto di lavoro”.
L’entità del contributo, che non potrà superare i 2500 euro, sarà determinata in base all’Isee della richiedente. Il segretario generale aggiunto della Cisl della Basilicata, Gennarino Macchia, una volta appreso del bando fa sapere che “la nostra organizzazione considera la misura un costruttivo strumento per limitare gli ostacoli all’ordinaria attività lavorativa delle donne lucane che quasi sempre hanno responsabilità di cura a carattere continuativo di figli minori o di persone non autosufficienti. Apprezziamo lo sforzo che l’ente regionale ha fatto, dietro forte sollecitazione delle organizzazioni sindacali, per innalzare il contributo individuale da 1200 a 1500 euro ed il relativo impegno di spesa da 600 mila ad 1,5 milioni di euro, nel tentativo di soddisfare il più possibile la potenziale platea di riferimento”.