DONATI E IL CASO SCHWAZER “LA VERITÀ EMERGERÀ”

L’inchiesta ad oggi ancora in corso dovra’ far luce sulle accuse ma Alex Schwazer e il suo allenatore Sandro Donati, oggi ospiti al 40esimo Meeting di Rimini, restano piu’ che fiduciosi che “con l’aiuto della magistratura emergera’ tutto chiaramente”. Oro a Pechino 2008, il marciatore di Vipiteno ha sempre proclamato la propria innocenza davanti alla seconda positività che gli ha negato i Giochi di Rio e Donati non esita a parlare di “istituzioni corrotte” che “mascherano le loro colpe e le addossano a te. Questo è un doping creato in laboratorio da persone spregiudicate per le quali l’essere umano non conta”. Donati ha sempre fatto della lotta al doping la sua bandiera e proprio per questo Schwazer si era rivolto a lui per rimettersi in carreggiata. “Quando Alex venne da me – ricorda – la mia reazione iniziale e’ stata di sorpresa, poi lui uso’ una frase: ‘io ho il coraggio di rimettermi in gioco e ottenere i risultati che riusciro’ a ottenere, lei che e’ il simbolo dell’antidoping se la sente di mettersi in gioco con me?’. Mi resi conto che effettivamente bisognava fare questa mossa – prosegue – tendergli la mano e diventare io stesso il garante della sua ripresa”. Da quel momento iniziarono controlli a sorpresa con esami sull’ematocrito “e i risultati – spiega – furono sempre di assoluta normalita’. Presi tante precauzioni – continua – e lui rispondeva in pieno, mi sono trovato di fronte a un ragazzo trasparente e assolutamente maturato”. Poi la nuova positivita’, stavolta al testosterone, e la squalifica a otto anni per recidiva, con la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Rio. Ma Alex Schwazer non è rimasto passivo, ha sporto denuncia e la magistratura di Trento continua a indagare: la manipolazione delle provette è un’ipotesi che non viene esclusa. “Mi sono accorto – conclude Donati – che la mia alleanza con Alex non era gradita all’ambiente dell’atletica e sono riemersi i dopatori di professione e le ostilita’ contro di me per le mie denunce alla giustizia ordinaria. Nulla era stato dimenticato e quell’ambiente non mi ha mai perdonato. Ma portero’ a compimento questa storia mettendo in evidenza la verita’”.

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