La giunta regionale della Basilicata ha approvato le “Linee guida per il risanamento e la prevenzione dal Radon”, gas radioattivo naturale, classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) tra i cancerogeni del gruppo “I” (quelli cioè per i quali vi è massima evidenza di cancerogenicità) e che è la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di tabacco. Il documento – approvato su iniziativa dell’assessorato alle Politiche della Persona – è stato redatto grazie alla collaborazione della Fondazione Ambiente Ricerca Basilicata (Farbas) e del Centro regionale di radioattività (Crr) dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata (Arpab). Ai due organismi, l’esecutivo lucano all’atto dell’approvazione ha dato inoltre mandato di “presentare il documento ai soggetti interessati (amministrazioni pubbliche, ordini professionali) per la sua divulgazione”. Le linee guida sono costituite da tre parti: la prima introduttiva “riportante – è specificato nel provvedimento – l’inquadramento normative e l’indagine conoscitiva dei livelli di concentrazione di radon in edifici scolastici e in alcuni luoghi di lavoro”; una seconda sezione con “i meccanismi d’ingresso del radon negli edifici, con particolare riferimento ai materiali da costruzione”; una terza ed ultima parte “inerente le tecniche di prevenzione e di mitigazione del rischio”.
Nella delibera della giunta Bardi è quindi evidenziato che “la pianificazione regionale in materia di prevenzione contempla anche attività che possano incidere sul rapporto ambiente-salute” e che per questo si è deciso di definire “le linee guida per la protezione dall’esposizione a radon in edifici sia esistenti che di nuova costruzione. Il radon tende ad accumularsi negli ambienti chiusi e la sua presenza negli edifici “è dovuta principalmente alle sue esalazioni dal terreno, ma anche dalla porosità e dal grado di fratturazione del sottosuolo. Le indicazioni nazionali raccomandano che gli strumenti urbanistici (piani regolatori, regolamenti edilizi) degli enti preposti alla pianificazione e al controllo del territorio dispongano la prescrizione di semplici ed economici accorgimenti costruttivi finalizzati a ridurre l’ingresso del radon e l’impianto ex post di sistemi di rimozione del radon, prevedendo analoghe misure per gli edifici soggetti a lavori di ristrutturazione o manutenzione straordinaria che coinvolgano in modo significativo le parti a diretto contatto con il terreno”.