Stavolta il “Whatever It Takes” (Faremo tutto quello è necessario”) annunciato da Mario Draghi non è bastato a dare slancio ai mercati che probabilmente si aspettavano un immediato taglio dei tassi d’interesse. Di nuovo, dal consiglio direttivo della Bce è emerso solo l’annuncio che i tassi non saliranno fino a giugno 2020. Forse potranno scendere. Non salire. In ogni caso per ora tutto è congelato fino a metà del 2020.
Il tasso di riferimento resta allo 0,25% e quelli sui depositi presso la Banca centrale saranno negativi per lo 0,4%. La delusione si è manifestata in un calo generalizzato dei listini (circa mezzo punto a Milano) e lo spread fra Btp e Bund rimasto stabile a 180 punti.
Mario Draghi ha confermato che la Bce è pronta ad agire con ogni strumento se l’inflazione restasse sotto l’obiettivo del 2%. In questo senso sta valutando la ripresa del bazooka monetario anche se è prevedibile che la decisione verrà presa da Christine Lagarde, il nuovo capo dell’Eurotower che si insedia in autunno.
Il capo dell’istituto di Francoforte ha quindi sottolineato che le aspettative di inflazione sono diminuite e che le stime dell’economia continuano a peggiorare.
Tra le cause della debolezza dell’economia Ue c’è il rallentamento della Cina, mentre l’hard Brexit pesa sulle stime, pertanto la Bce è orientata i verso un ulteriore allentamento monetario.