NEI 400 SL BRONZO A DETTI, ORO YANG, PROTESTA HORTON

Gabriele Detti conquista il bronzo nei 400 stile libero dei Mondiali di nuoto, in scena a Gwangju. Il livornese ha portato il record italiano a 3’43″23 (passaggio ai 200 in 1’52″15, chiusura più veloce di tutti, ex aequo con Horton, in 26″61), finendo la finale odierna alle spalle di Sun Yang (6 medaglie olimpiche e 15 mondiali), che si conferma campione per la quarta edizione consecutiva della rassegna iridata in 3’42″44 (ai 200 1’51″29) e dell’australiano Mack Horton (argento in 3’43″17, passaggio ai 200 in 1’51″91). Quest’ultimo, che aveva preceduto il cinese alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (3’41″55 contro 3’41″68) ma che era stato battuto anche a Budapest due anni orsono dal cinese, ha “acceso” la giornata, disertando la cerimonia di premiazione in segno di protesta per le vicende di doping che hanno visto coinvolto negli ultimi anni l’oro iridato.
Il primo podio della 18esima edizione dei mondiali della Corea del Sud, dunque, è identico a quello di Budapest 2017. Quinto posto da esordiente per il barese Marco De Tullio, che nuota in 3’44″86 (ai 200 in 1’52″35), sbriciolando il personale d’iscrizione (3’46″89 del 2 aprile scorso, già limato col 3’45″99 della batteria). Tra loro si piazza il lituano Danas Rapsys, campione del mondo in vasca corta, in 3’43″50. “Sono contentissimo. Sapevo che sarebbe stata una gara molto dura. Sinceramente, e purtroppo, non ho visto Horton. Ho buttato giù qualcosina rispetto al record italiano – racconta i 24enne livornese bronzo olimpico (3’43″44) e mondiale nel 2015 (3’43″93), campione d’Europa nel 2016 (3’44″01) – e ho nuotato un tempo che è un ottimo auspicio per la finale degli 800, dove proverò a difendere il titolo mondiale”.
“Sun ha vinto con merito. Se sta qui vuol dire che poteva partecipare, a prescindere dalle chiacchiere che girano. Non l’avevo mai visto così da vicino in gara. Vuol dire che sono andato forte anch’io”, conclude l’azzurro tesserato per Esercito e In Sport Rane Rosse.
La FINA ha ammonito Sun Yang che, secondo una relazione firmata da un medico della WADA, avrebbe distrutto le provette di un controllo antidoping a sorpresa del 4 settembre scorso. Il caso sarà discusso al TAS nel settembre prossimo, dopo il ricorso della WADA contro la decisione della FINA ritenuta incongrua, e Sun Yang – già al centro di un caso di doping prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro – rischia la squalifica con eventuale cancellazione dei risultati ottenuti. Tutto ciò ha scatentato l’indignazione di Horton, che si è rifiutato di salire sul podio. L’australiano ha ricevuto la medaglia d’argento dal presidente Paolo Barelli, che ha effettuato la premiazione, restando alle spalle del podio, stessa posizione in cui si è lasciato ritrarre per le fotografie di rito. “Dispiace. Non sono bei gesti da vedere per chi segue il nuoto e lo sport. Ognuno ha la propria idea. Prima della premiazione – commenta Detti – Horton mi ha detto che sarebbe salito sul podio e mi ha chiesto che intenzione avessi. Io gli ho risposto che sarei salito certamente, perché ho lavorato per questa medaglia tutta la stagione e volevo godermela pienamente. Horton è sempre stato molto duro riguardo la situazione di Sun Yang e ha fatto ciò che riteneva giusto. Io non ho intenzione di criticare né l’uno né l’altro. E’ andata così”.
Per soli diciassette centesimi, poi, gli azzurri della staffetta 4×100 stile libero sono rimasti fuori dal podio mondiale. Santo Condorelli in 48″72, Manuel Frigo in 47″29, Luca Dotto in 47″81 e Alessandro Miressi in 47″57 portano l’Italia al record di 3’11″39, nove centesimi meno del quartetto olimpico di Pechino 2008 (3’11″48 con Alessandro Calvi, Christian Galenda, Marco Belotti e Filippo Magnini), ma ciò non basta per tornare sul podio dopo il bronzo di Kazan, nel 2015. L’unica medaglia possibile era il bronzo. I primi due posti se li giocano Stati Uniti (3’09″06; prima medaglia d’oro di Dressel) e Russia (3’09″97). Il campione olimpico Kyle Chalmers invece consente all’Australia di recuperare sugli azzurri che partivano con 32 centesimi di vantaggio (2’23″82 contro 2’24″16 ai 300 metri), con una frazione da 47″06. Da segnalare, infine, il record mondiale di Adam Peaty nella semifinale dei 100 rana, la detronizzazione di Katie Ledecky, che ha ceduto l’oro dei 400 stile libero ad Ariarne Titmus. In chiave azzurra, Elena Di Liddo è volata in finale nei 100 delfino (col nuovo record italiano); mentre sono usciti in semifinale Ilaria Bianchi (sempre nei 100 delfino), Piero Codia nei 50 delfino, Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi nei 100 rana e Ilaria Cusinato nei 200 misti.

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]