Il 23 maggio di 26 anni fa la mafia uccideva il giudice Giovanni Falcone. Nel tratto dell’autostrada A29, che collega l’aeroporto a Palermo, alle 17.58, oltre quattrocento chili di tritolo fanno esplodere la Fiat Croma con a bordo il magistrato. Oltre a Falcone nell’attentato muoiono la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro. Feriti gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista Giuseppe Costanza. Falcone, trasportato d’urgenza in ospedale, muore poco dopo le 19.
Lo scenario è devastante. La violenta esplosione causa una grande voragine sull’asfalto dell’autostrada che da Palermo porta all’aeroporto, quasi come il cratere di un vulcano. Una colonna di fumo nero e denso si alza nel cielo e si vede anche a distanza di molti chilometri. Ci sono detriti e macerie ovunque.
A meno di due mesi, dopo il 19 luglio del 1992, la scia di sangue raggiunge via d’Amelio, dove Cosa Nostra uccide anche Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
In tutta Italia sono 70 mila gli studenti coinvolti nelle iniziative organizzate in otto regioni.
“Recentemente ci sono state cattive notizie sul fronte dell’antimafia. Le mele marce esistono ovunque, ci sono state persone che ne hanno approfittato e si sono fatti paramento dell’antimafia per i loro affari, ma noi comunque non ci arrendiamo e andiamo avanti”, ha detto Maria Falcone.